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Cosa sono i bocconi avvelenati?

8 Gennaio 2024
STAFF LWA EU

L’uso dei bocconi avvelenati è una delle minacce più serie alla conservazione del lupo ed è una pratica pericolosa che colpisce direttamente e indirettamente un gran numero di altre specie selvatiche, grandi e piccoli orsi, volpi, tassi, faine.. , oltre tutti quegli animali che si nutrono di carcasse, i necrofagi come gipeti e grifoni, a loro volta avvelenati dai resti degli animali uccisi. Non sono immuni al veleno, ovviamente nemmeno cani e gatti domestici!

Ma cosa sono i bocconi avvelenati? E perché sono un pericolo cosi grande per la fauna selvatica e non solo?

Consultando il Portale degli avvelenamenti del Ministero della Salute emerge che le sostanze maggiormente individuate in bocconi e carcasse sono fitofarmaci (carbammati, organoclorurati ed organofosfati) e rodenticidi, ma anche lumachicidi (metaldeide), fosfuro di zinco e stricnina. Si tratta sia di sostanze delle quali sono proibiti commercializzazione ed impiego, sia di sostanze di libero uso. Il loro utilizzo varia da Regione a Regione, e talvolta è collegato al contesto territoriale: ad esempio in un’area principalmente a vocazione agricola, i pesticidi, ampiamenti diffusi, sono le sostanze tossiche maggiormente impiegate.

Come ben descritto nella brochure dedicata, i sintomi dell’avvelenamento sono vari e dipendono dal prodotto tossico utilizzato. Anche la velocità di azione non è uguale per tutti i tipi di veleno. Alcuni agiscono con velocità fulminea, come per esempio la stricnina, mentre altri, come i rodenticidi, sono più subdoli e i sintomi possono  manifestarsi anche dopo 48-72 ore. La gravità dell’avvelenamento dipende da cinque principali fattori: dose assunta, dimensioni dell’animale, tipo di veleno, tempo trascorso dall’assunzione, tempo e modalità di contatto (ingestione, inalazione, contatto cutaneo). La rapidità con la quale si interviene sull’animale colpito è pertanto cruciale.

Alcune delle sostanze impiegate per contaminare i bocconi e le carcasse sono infatti così potenti da intossicare anche senza ingestione, ma per semplice contatto o inalazione! Senza contare che il veleno uccide anche in modo indiretto: un animale morto avvelenato diventa a sua volta un’esca letale per chi lo consuma. Si innesca così una catena di morte che provoca danni incalcolabili agli ecosistemi anche su periodi lunghi: la maggior parte dei veleni persiste infatti nell’ambiente ed esercita quindi la sua azione letale per molto tempo. Ancora, non dimentichiamoci che un’esca avvelenata può contaminare anche una fonte d’acqua con effetti disastrosi per la salute di esseri umani e animali.

Non solo veleno!

È importante segnalare che molto spesso vengono impiegati altri metodi altrettanto illegali e dalle terribili conseguenze per tentare di “sbarazzarsi” di fauna indesiderata, come pezzi di carne con all’interno vetri e chiodi.

Perché utilizzare questa bieca pratica illegale?

Come riportato nel Manuale operativo per la gestione veterinaria di casi di sospetto avvelenamento di animali selvatici e domestici realizzato nell’ambito del progetto LIFE Natura ANTIDOTO, i bocconi avvelenati sono utilizzati per le motivazioni più disparate, e per uccidere:

• animali selvatici che entrano in conflitto con le attività zootecniche ed agricole (predazione, danni alle colture ecc.);

• predatori di specie cacciabili (lepre, fagiano ecc.), soprattutto nei periodi immediatamente precedenti alla liberazione di selvaggina;

• cani di cacciatori concorrenti;

• cani di tartufai concorrenti;

• cani e gatti randagi;

• cani e gatti nei conflitti tra vicini;

• colonie feline tutelate o cani vaganti.

Dalla normativa all’azione sul campo

Il fenomeno degli avvelenamenti dolosi degli animali è in costante aumento, e interessa principalmente gli animali domestici d’affezione, rappresentando però una concreta minaccia per specie protette e a rischio di estinzione. Ricordiamo che si tratta di un reato. In Italia dal 1977 (Legge n. 968) è vietato l’uso di sostanze tossiche e veleni nonché l’uso di tagliole, lacci e congegni similari per la cattura della fauna selvatica. Divieti confermati dalla Legge n. 157/1992 “norme per la protezione della fauna omeoterma e prelievo venatorio”, e dalla Legge n. 189/2004 “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate”. In Slovenia, anche se la situazione non è critica come in Italia, il Codice Penale della Repubblica di Slovenia (JO. n. 50/12 e succ.) incrimina la caccia illegale, la pesca illegale e la manipolazione illegale di specie protette di fauna e flora selvatiche. La Polizia slovena è l’autorità competente per le indagini su questi reati e, nell’ambito del progetto LIFE Lynx, è stata prestata particolare attenzione alla formazione supplementare dei suoi membri e alla collaborazione con l’Associazione venatoria della Slovenia.

Per combattere questo reato, è anche molto importante lo scambio e la condivisione di buone pratiche, che progetti internazionali come il LIFE WolfAlps EU favoriscono: ne è un esempio il coordinamento relativo alla politica giudiziaria ambientale attuato a livello internazionale attraverso una collaborazione tra gli agenti di polizia dei Paesi alpini (Carabinieri Forestali, corpi di polizia di Austria e Slovenia) e con EUROPOL. Oltre agli importanti momenti di scambio di buone pratiche tra forze di polizia, la connessione stabilita con il progetto LIFE+ SATEC ha contribuito a implementare un networking internazionale e una cooperazione utile a impostare una Strategia Operativa per le indagini sui crimini ambientali attraverso la rete internazionale EnviCrimeNet, e che possa sostenere e coordinare le forze di polizia ambientale nella lotta alla criminalità ambientale, in particolare nel contrasto al bracconaggio.

Uno degli strumenti più efficaci nella lotta al bracconaggio è rappresentato dalle Unità Cinofile Antiveleno. Quelle istituite nell’ambito dei progetti LIFE dell’Unione Europea (es. WolfAlps, Antidoto, Pluto, Medwolf) sono decine e operano su tutto il territorio nazionale. Solo grazie all’attuale progetto LIFE WolfAlps EU ne sono state create 7 e sono distribuite sull’arco alpino (6 in italia e 1 in Austria), garantendo un ampio raggio d’azione contro l’uso di bocconi avvelenati.

Un importante esempio di impiego delle UCA di progetto è quello della Città Metropolitana di Torino che ha deciso di pianificare la vigilanza per contrastare il fenomeno dell’avvelenamento dei cani da compagnia con esche avvelenate e bocconi chiodati posizionati nei parchi cittadini, nei giardini e nelle aree cani dei Comuni di Torino e della prima e seconda cintura. Per saperne di più clicca QUI.

Ricordiamo che di questa pratica illegale e dei suoi devastanti effetti sulla fauna e sull’ambiente si è parlato ampiamente in occasione del convegno dedicato al tema dei bocconi avvelenati e del saturnismo, organizzato a maggio 2023 a Valdieri (CN) dall’Ente di gestione Aree Protette Alpi Marittime con la collaborazione di LIPU Cuneo, LIFE WolfAlps EU e le Associazioni ambientaliste di Cuneo: Legambiente, Pro Natura Cuneo, Cuneo Birding, Italia Nostra.

Sin dall’inizio del progetto, il complesso lavoro dei componenti a quattro zampe delle unità cinofile LWA EU (Sole, Sax, Virgilio e Myrtille) è supportato dalle forniture di pet food Holistic Almo Nature donato dal co-finanziatore Fondazione Capellino, organizzazione indipendente e senza scopo di lucro, nonché principale co-finanziatore del progetto.