Coinvolgimento dei portatori di interesse Relazione preda-predatore-attività umane

Dal Parco Nazionale di Yellowstone alle Alpi europee

9 Marzo 2023
Regione Lombardia

Le dinamiche preda-predatore hanno da sempre affascinato i ricercatori, ma solo di recente, è emersa l’evidenza che i predatori possano avere un ruolo importante nello strutturare la complessità dell’ecosistema. Per quanto riguarda gli ecosistemi terrestri esistono pochi studi che hanno monitorato gli effetti di un predatore apicale sulle altre componenti dell’ecosistema. Per esempio, nel Parco Nazionale di Yellowstone, grandi predatori come i lupi, sembra possano innescare risposte complesse ai livelli inferiori della catena alimentare.

Meno conosciuto è l’effetto del ritorno dei grandi predatori in ambienti più antropizzati tipici del contesto europeo. Nell’ambito dell’azione C3 del progetto Life Wolfalps EU, ERSAF direzione Parco Nazionale dello Stelvio (PNS), Aree Protette Alpi Marittime (APAM), Università di Ljubijana (UL), Slovenian Forest Service (SFS), Office Français de la Biodiversité (OFB) stanno collaborando in una ricerca per favorire la coesistenza tra lupo e attività venatorie in quattro differenti contesti montani di Francia, Italia e Slovenia. Grazie alla presenza di aree di studio caratterizzate da condizioni ambientali differenti – in tre di esse il lupo e le sue prede sono presenti in modo stabile (Italia, Francia e Slovenia), mentre in una il lupo non è ancora presente (Italia) – verrà indagato come la presenza di grandi predatori e di attività antropiche influenzino la numerosità e la distribuzione delle popolazioni preda di elezione, nello specifico cervo e capriolo. Ne abbiamo parlato qui.

All’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, nell’area compresa tra la Val Zebrù e la Valle dei Forni, fino al Passo Gavia, è stata individuata l’area di controllo del progetto. Ricercatori e tecnici del Parco, con l’aiuto di dottorandi, borsisti, tirocinanti e tesisti, indagano come i cervi si distribuiscono sul territorio in assenza di predatori naturali e di attività venatoria.

Per questo l’area di studio di circa 10.000 ha, è stata suddivisa in 50 celle ipotetiche in ognuna delle quali è stata posizionata una fototrappola che permette di monitorare l’utilizzo del tempo e dello spazio di una popolazione di cervo. Oltre alle informazioni comportamentali, i cervi vengono monitorati anche per indagare i livelli di stress (tramite valutazione dei metaboliti del cortisolo), la dieta (tramite DNA-barcoding), la qualità della dieta (tramite analisi NIRS) e la componente microbica intestinale.

Questa ricerca permetterà di ottenere preziose informazioni relativamente alle dinamiche fra prede e predatori in contesti caratterizzati da presenza antropica.