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Il lupo in Austria

La popolazione di lupo in Austria: dall’eradicazione al ritorno naturale

In passato, il lupo era diffuso in tutta l’Austria. I quotidiani conflitti con allevatori e cacciatori e i crescenti episodi di interazione con l’uomo hanno alimentato la persecuzione  sistematica della specie, che ne ha decretato  l’estinzione locale entro la metà del diciannovesimo secolo. Per anni, la presenza del lupo si è limitata a sporadici avvistamenti occasionali. A partire dal 2009, tuttavia, un numero sempre maggiore di lupi ha iniziato a raggiungere l’Austria a partire dalle popolazioni più vicine: con un 48% di territorio coperto da boschi e la più alta densità di ungulati dell’intera Europa, la regione austriaca offre buone prospettive di insediamento.

I lupi presenti in Austria provengono da 4 diverse popolazioni, riconducibili ad altrettante aree geografiche: Alpi Sud-occidentali (Italia, Francia e Svizzera), Alpi Dinariche (Slovenia e Croazia), Carpazi (Slovacchia) e pianure dell’Europa Centrale (Germania, Polonia occidentale e Repubblica Ceca). Se, inizialmente, la maggior parte degli individui proveniva dalle Alpi, negli ultimi anni è andato crescendo il numero di lupi di provenienza mitteleuropea, con un andamento da mettere in relazione all’espansione della popolazione ceca.

La situazione attuale

La formazione del primo branco risale al 2016, nei pressi della zona di addestramento militare di Allentsteig. Negli anni successivi, le segnalazioni hanno confermato la nascita di nuovi nuclei, prevalentemente concentrati nelle pianure dell’Austria settentrionale: 1 nel 2017, 3 nel 2018 e nel 2019, e un probabile nuovo branco anche nel 2020. Coerentemente con l’andamento della popolazione, il numero di lupi adulti e subadulti accertati è aumentato dai 6 individui del 2016 ai 32 del 2019. 

In Austria, i lupi dimostrano un forte ricambio, con la sola eccezione della coppia dominante dello storico branco di Allentsteig. Nella zona alpina, la presenza di lupi solitari può essere rilevata per circa 5 mesi tramite campionamento su neve e monitoraggio genetico, per 7 mesi basandosi anche su altri tipi di evidenze.

Il rapido ricambio di singoli individui si riflette anche nel comportamento dei branchi. Al di fuori della zona militare, infatti, i branchi non si trattengono per un periodo superiore all’anno, e a oggi, la regione alpina non ha ancora sperimentato la comparsa di un nucleo famigliare, così come non è mai stata rilevata la presenza di giovani lupi al di fuori dei territori del branco di appartenenza. 

Principali problemi e minacce 

In Austria il ritorno del lupo è al centro di un dibattito pubblico particolarmente acceso. Sebbene la maggioranza della popolazione veda di buon occhio la presenza dell’animale, esiste una minoranza che non è disposta a dare chance alla coesistenza e chiede l’istituzione di aree libere da lupi o addirittura di eliminare il lupo dell’intero territorio austriaco. Tra i principali rappresentanti di questo secondo schieramento ritroviamo i pastori e i cacciatori. I primi, particolarmente attivi nel dibattito, sostengono l’impossibilità di migliorare o potenziare le misure di prevenzione, mentre i secondi si limitano a manifestare la loro ostilità nei confronti della specie.

Frasi come “Se vedo un lupo, gli sparo” sono all’ordine del giorno. La cittadinanza comprende i timori degli allevatori e il pagamento di sussidi per agevolare il loro lavoro e l’adozione di misure di prevenzione è una pratica ampiamente condivisa. Meno giustificata fra l’opinione pubblica appare la posizione dei cacciatori, interpretata come una visione egoistica della situazione.

Il lupo tra gestione e conservazione

Con l’esigenza di gestire il ritorno del lupo in un contesto così complesso, agli inizi del 2019 gli stati austriaci, con i loro ministeri federali, hanno dato vita all’organizzazione Österreichzentrum Bär, Wolf, Luchs (Centro austriaco Grandi Carnivori), che contempla tra i suoi membri straordinari i diversi gruppi di portatori di interesse e le istituzioni scientifiche competenti. L’idea alla base di questa istituzione è quella di affiancare le amministrazioni pubbliche nello sviluppo, all’interno dell’attuale quadro normativo, di percorsi di coesistenza uomo-grandi carnivori e nella riduzione delle situazioni di conflitto.

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